Cedolare secca sugli affitti brevi:

A cura di Lucia Criscuolo


La cedolare secca sugli affitti permette al locatore di pagare un’aliquota fissa sull’intero canone delle locazioni ed esclude per il periodo dell’operazione l’applicazione dell' Irpef, dell' imposta di registro e dell' imposta di bollo.


Chi decide di avvalersi della cedolare secca deve preventivamente comunicarlo all’inquilino con lettera raccomandata e deve essere consapevole che per quel periodo è sospesa la facoltà di modificare il canone, anche se questa possibilità è prevista nel contratto di locazione. Qualora invece sia indicata un’espressa rinuncia sull’aggiornamento del canone non è necessario inviare nessuna comunicazione.

 

L’imposta della cedolare secca è determinata dall’applicazione di un’aliquota del 21% per gli affitti brevi e deve essere applicata all’intero importo contrattuale del canone.

 

In questo caso, quando le locazioni non hanno durata maggiore di 30 giorni si può avere la possibilità di non registrare il contratto.

 

Qualora invece lo si voglia fare è necessario inviare il modello Rli presso l’agenzia delle Entrate. Infine, se non vi è un contratto con un termine fisso si può scegliere di registrare la scelta effettuata nella dichiarazione dei redditi, relativa al periodo d’imposta nel quale è prodotto il reddito.

 

Può essere applicato ai contratti di locazione, che riguardano fabbricati censiti nella categoria catastale A, escluso A10.

 

Sono, invece, esclusi tutti gli immobili dove vengono esercitate attività di impresa, di arti o di ufficio, anche se sono stati accatastati come abitativi.

 

Inoltre è bene sottolineare che la cedolare secca è ammessa anche per locazioni di singole stanze all’intero di un’abitazione.

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