a cura di Lucia Criscuolo
Dal 1 luglio 2015, il concetto di certificazione energetica cambierà volto con l'entrata in vigore dell'articolo 5 del Decreto Fare con l’obiettivo di arrivare, entro il 2021, ad avere edifici di nuova costruzione o ristrutturati a “energia quasi zero”.
Nel decreto, definito “dei requisiti minimi”, vengono fissate nuove metodologie di calcolo e i requisiti minimi energetici per i nuovi edifici e per quelli ristrutturati.
Come modello al quale appoggiarsi per assodare i requisiti, è stato introdotto il concetto di “edificio di riferimento”. Seguendo tale modello, l’ “edificio reale” deve essere identico all’edificio di riferimento geometricamente, orientativamente, a livello di posizione e di condizione d’uso, e deve rispettare le caratteristiche termiche e i parametri energetici prestabiliti.
Vengono dunque fissate due modalità di calcolo:
-
la prima basata sulla prestazione energetica dell’edificio di riferimento;
-
la seconda basata sulla prestazione energetica dell’edificio reale, che dovrà raggiungere la medesima prestazione
dell’edificio di riferimento.
Nel secondo decreto si fissano le modalità di classificazione energetica degli edifici e modello APE uniformi su tutto il territorio nazionale.
Saranno previste 10 classi energetiche in base alla destinazione d’uso (dalla A4 alla G), e l'APE dell'intero edificio ipotizzerà anche la classe raggiungibile nel caso in cui venissero effettuati interventi migliorativi sull'involucro o sul sistema di impianti.
Il potenziale reale di questa nuova certificazione sarà quello di avere una fotografia molto più realistica dei reali consumi di un edificio o di un’unità immobiliare.
Scrivi commento